La Psicodanza, proponendo situazioni che fanno riferimento sia all'antica tradizione dello sciamanismo, del mantra yoga, della musica mistica orientale e occidentale, della musica etnica; sia all'avanguardia del rock metropolitano, alle nuove sonorità della musica elettronica; sia infine all'utilizzo di brani di musica classica, ottiene la realizzazione di stati di partecipazione attraverso i quali si accede ad una più profonda consapevolezza di se stessi.

La Psicodanza realizza un vissuto favorevole per l'ingresso in stati di coscienza REPS (Representative Emotional Peculiar State), ossia stati di coscienza rappresentativo-emotiva.

La Psicodanza è la dimensione sonora, fisica e motoria dell’Attenzione Interiore, è la chiave d’accesso alle dimensioni più profonde della personalità, alla scoperta delle potenzialità latenti dell'individuo, all'incontro con le proprie emozioni e con i simboli atavici sepolti nell'inconscio.
Guidati dal suono, dal ritmo e dal movimento, i danzatori entrano in contatto con la parte più creativa e magica della propria personalità.

“La danza è un fatto mitico, il danzatore è il personaggio mitico, un’attuazione mitica, non una semplice riproduzione… il mito originale non è una prosa narrativa: si canta e si danza" (Erich Hornbostel)

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